Allora, sono andata a raccoglierla già un paio di volte e l'ho somministrata a distanza di 15 giorni ai cavalli: una manata di artemisia tritata mescolata con il fioccato.
Negli ultimi anni, i vermi si sono rivelati sempre più resistenti e finiscono per non essere più sensibili ai vermifughi chimici. Cosi ho pensato fare questa prova...Qualcuno penserà che sono pazza ma mi hanno detto che farà bene perche espelle i vermi e pulisce l'intestino.
Qui sotto ho messo un immagine di alcuni vermi che il cavallo può ospitare, più di 150 diversi parassiti e i più colpiti sono i puledri.
Queste informazioni le ho trovate dal sito http://www.cavallodelventasso.it/notizie-utili e gli ho copiati.
sono parassiti che vivono nel piccolo
intestino e si trovano in maggior numero nei puledri che hanno avuto modo di
ingerirli attraverso il latte materno infetto di madri colpite; mano a mano che
il puledro cresce tende a svilupparsi una risposta immunitaria che riesce a
tenere in parte sotto controllo l’infestazione ma in caso in cui siano presenti
grandi quantità di vermi si possono avere episodi anche seri di diarrea.
Parascaris Equorum
(Ascaridi):
anche questi come nel caso precedente
vivono nel piccolo intestino e sono molto comuni nei puledri. L’ingestione
delle larve avviene prevalentemente al pascolo e dal piccolo intestino tendono
a migrare verso altri organi quali fegato e polmoni per poi tornare nel piccolo
intestino per svilupparsi e deporre uova. Possono dare origine a diarrea o sintomi respiratori e nei
casi più gravi possono avere come conseguenza un blocco intestinale, causare un
ritardo nella crescita ed episodi di colica.
Oxyuris:
si insediano nel grosso intestino e le
femmine migrano poi nella zona dell’ano dove depongono le uova che sono la
causa dell’irritazione che provoca forte orticaria nella zona dell’attaccatura
della coda.
Habronema e Draschia: risiedono nello
stomaco dove i vermi ormai adulti possono determinare gastrite. Le larve sono
capaci di contaminare le ferite determinando piaghe estive.
Anoplocephala
perfoliata, A. magna (vermi piatti):
vengono veicolati da un acaro presente nei
pascoli che funziona da intermediario nella trasmissione. I sintomi più
evidenti sono determinati dalla perdita di peso, attacchi di diarrea, colica
spasmodica e intussuscezione (una porzione di intestino si va ad inserire in
quella successiva in maniera telescopica) fino alla possibile rottura
dell’intestino.
Gasterophilus (larve
di mosca):
le mosche trasportano le uova sul cavallo
stesso (spesso sulle gambe) che, leccandosi, le ingerisce e ne determina la
schiusa. Queste vanno ad insediarsi nello stomaco dove possono eroderne la
mucosa fino alla rottura (casi tuttavia molto rari).
Ciatostomi o piccoli
strongili (vermi tondi):
ne esistono una cinquantina di specie
conosciute, anche questi ingeriti al pascolo e le larve vanno a colonizzare il
grosso intestino deponendo uova che vengono nuovamente espulse nelle feci. Può
conseguire una minor motilità intestinale, perdita di peso e diminuzione
dell’appetito con episodi di leggere coliche intermittenti.
Grossi Strongili:
sono i parassiti intestinali più patogeni
con un ciclo vitale simile a quello dei piccoli strongili ma le larve migrano
nell’intestino passando per le arteriole con conseguente irritazione del letto
vascolare, aneurisma dei vasi con infiammazione, ischemia ed infarcimento di
porzioni dell’intestino; possono causare coliche, diarrea e possibile morte
dell’animale colpito.
Dictyocaulus
arnfieldi (vermi polmonari):
Non sono generalmente vermi che vivono nel
cavallo ma bensì sono più comuni nell’asino. Vengono infatti riscontrati
principalmente in cavalli che vivono con gli asini poiché i vermi adulti vivono
nei polmoni degli asini deponendo uova che vengono poi espulse e ingerite dal
cavallo al quale possono provocare broncopolmonite e bronchite parassitaria.
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